Sono sempre di più gli
smartphone che supportano la connessione LTE ad
arrivare nei negozi, anche italiani. Domani farà probabilmente il suo debutto
il nuovo iPhone con il supporto a questo standard, mentre ieri Asus ha
annuciato il Transformer Pad
TF300TL, il primo tablet LTE sbarcato in Italia. Ma quanto
dovremo aspettare per avere le nuove reti superveloci anche da noi? Ma poi...
cos'è alla fine questo LTE?
Long Term Evolution o LTE è lo standard di tramissione di
dati (voce e non-voce) per telefonia mobile successivo al 3G. Assimilato al 4G,
che è ancora in fase di sviluppo e che dovrebbe offrire in futuro velocità di
trasmissione di circa 1 GB al secondo, quella LTE dal punto di vista tecnico
sarebbe in realtà una tecnologia intermedia tra 3G e 4G, anche se quest'ultima
definizione viene largamente usata dai gestori di reti e dai produttori di hardware.
Dal punto di vista delle prestazioni, LTE porterà un deciso paso in avanti
rispetto al 3G, arrivando a offrire una velocità (nominale) di download
fino a 326,4 Mb/s e di upload fino a 86,4 Mb/s, contro i
42 /11 Mb/s dell'ultima evoluzione del 3G, lo HSDPA+.
bisogno di dirlo, ma
l'Italia, un po' come per tutte le faccende che riguardano Internet, è in netto
ritardo rispetto ad altri paesi avanzati, tanto che alcune frequenze sono
ancora in parte occupate per altri usi.
In Italia lo standard
LTE opererà su quattro diverse bande di frequenza i cui blocchi sono stati
assegnati nel settembre dello scorso anno, tramite asta, a Telecom
Italia, Vodafone, Wind e 3
Italia. Non c'è quasi
Quella 2600 Mhz è
utilizzata dal Ministero della Difesa e da alcuni radar, quelle da 900 e 1800
Mhz sono ancora usate per la rete GSM, mentre la banda di frequenza a 800 Mhz
al momento serve per i canali televisivi da UHF 61 a 69. Proprio la frequenza 800 Mhz, la più
pregiata del lotto, è infatti usata per la trasmissione del segnale TV e già si
prevedono problemi (canali TV oscurati o disturbati) dovuti al sovrapporsi del
segnale radio nei luoghi in cui le antenne saranno troppo vicine. Per risolvere
il problema dovranno essere adottati dei filtri appositi che saranno carico
degli operatori telefonici, e quindi, a cascata, degli utenti.